31 Gen Il Bonus Sicurezza 2023 è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024: ecco come richiederlo
Prorogato fino al 31 dicembre 2024, il Bonus Sicurezza 2023 è un’agevolazione fiscale introdotta dal Governo per migliorare le condizioni generali di sicurezza delle abitazioni. La misura prevede un credito d’imposta del 50% per le spese sostenute dalle imprese per l’installazione di porte blindate e casseforti ma anche di sistemi di antifurto, allarmi e videosorveglianza fino ad un massimo di spesa di 96.000 euro.
Vediamo insieme come funziona e chi può richiedere il bonus sicurezza 2023.
Come richiedere il Bonus Sicurezza 2023
Il bonus può essere richiesto fino al 31 dicembre 2024 per un tetto di spesa massimo di 96mila euro. Il rimborso avviene sotto forma di detrazione Irpef ed è suddiviso in 10 quote annuali di pari importo. Per usufruire dell’agevolazione occorre inoltre documentare le effettuate e pagare con un bonifico che riporta i dati di richiedente e beneficiario.
Chi può usufruirne
L’agevolazione interessa tutti i soggetti tenuti a pagare l’IRPEF e che devono sostenere delle spese per la messa in sicurezza di un’immobile.
Il bonus sicurezza 2023 può essere richiesto da:
- proprietari e nudi proprietari dell’immobile;
- soggetti che hanno un diritto reale sull’immobile: usufrutto, uso, abitazione;
- soggetti locatari;
- soggetti comodatari;
- soci di cooperative;
- imprenditori individuali per immobili che non sono beni strumentali;
- familiare convivente del soggetto che ha la proprietà dell’immobile, se sostiene la spesa, documentata con le fatture;
- coniuge, anche separato, del soggetto che ha la proprietà dell’immobile, se sostiene la spesa, documentandola con le fatture;
- convivente del soggetto proprietario dell’immobile, che sostiene la spesa e a cui sono intestate le fatture.
Cosa rientra nel Bonus Sicurezza 2023
La detrazione fiscale vale per diverse tipologie d’intervento tra cui:
- sistemi di allarme;
- impianti antintrusione e antifurto;
- videosorveglianza a circuito chiuso (TVCC);
- sistemi di controllo degli accessi;
- controllo accessi parcheggi, aree riservate a personale autorizzato, aree di sosta, aree di accesso secondario, ecc.;
- installazione di sensori per rilevare effrazioni, così come tutte le apparecchiature necessarie per il loro funzionamento.
Per ottenere questo tipo di sostegno bisogna conservare tutta la documentazione relativa alle spese sostenute e pagare necessariamente con bonifico. Nella causale bisogna indicare il codice fiscale del beneficiario del bonus, la partita IVA della ditta che esegue l’intervento, la causale del versamento con riferimento all’art 16-bis del Dpr 917/1986 e l’importo totale.
Al momento della dichiarazione dei redditi sarà possibile richiedere la detrazione, erogata a rate per un periodo di 10 anni. Non è possibile usufruire dello sconto in fattura.
Bonus Sicurezza 2023: il Team Ascani è al tuo fianco
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